Musée Bourdelle
16 rue Antoine Bourdelle 75015 Paris
Fermata metro : Montparnasse
Chiuso il lunedì
Vi propongo di scoprire questo luogo affascinante che ho avuto il piacere di far visitare più di mille e duecento volte dal 2013 e che restituisce una Montparnasse ormai scomparsa.
Un museo didattico
Varcando la soglia degli ateliers di Antoine Bourdelle (1861-1929) diventati il suo museo a Montparnasse, viaggiamo nel tempo. Tutto è progettato per comprendere e seguire le tappe del suo lavoro, in particolare con L’Heraklès archer che gli valse tardivamente la notorietà internazionale.
Comprendere le tecniche della scultura
Le opere del giardino permettono di evocare i suoi inizi difficili, le sue origini occitane e i suoi legami con Rodin per il quale lavora per quattordici anni. La grande sala dei gessi ospita le sue monumentali sculture e invita a interessarsi alla modellatura, a sua volta preludio a una traduzione in bronzo o marmo. Un altro spazio dedicato alle tecniche informa sul lavoro di squadra.
L’arte e la sua trasmissione
L’atelier di pittura rivela un altro aspetto del suo talento, ma è varcando la porta del suo atelier di scultura, conservato esattamente come l’ha lasciato l’artista, che la sua presenza s’impone. Il Centauro morente troneggia maestoso in mezzo ad altre sculture poste sulle sellette originali. A differenza di Rodin, Bourdelle è un insegnante. I suoi studenti venuti da tutto il mondo sono qui ben rappresentati da sculture di Germaine Richier e Giacometti, tra gli altri.
La mostra “Rodin/Bourdelle, corpo a corpo” (dal 02/10/2024 al 02/02/2025)
Auguste Rodin (1840-1917)
Eve au rocher, grand modèle, 1881-1907
Pietra calcarea tagliata da Antoine Bourdelle e dai suoi scalpellini, 1894-1906
176 x 64,5 x 78,5 centimetri
Copenaghen, Ny Carlsberg Glyptotek, Inv. Min. 1380
Confrontando un torso, una mano o una testa di Antoine Bourdelle (1861-1929) e Auguste Rodin (1840-1917), si comprende la modernità che entrambi sviluppano nell’estetica del frammento. Bourdelle era un scalpellino di Rodin, vale a dire scolpiva nel marmo o nella pietra ciò che Rodin aveva concepito nell’argilla, prima di prendere le distanze da lui.
Il percorso della mostra si apre con questa proficua collaborazione con prestiti eccezionali, poi si mettono a confronto gli oggetti provenienti dalle rispettive collezioni di antiquariato o di opere medievali da cui traggono ispirazione. I frammenti più belli delle loro opere dialogano con quelle di Brancusi, Giacometti, Richier o Orloff.
È impossibile ignorare il rapporto unico di ciascuno con la scultura monumentale che viene poi affrontata in uno scontro magistrale. Per concludere, le sculture frutto di ibridazioni tra animale, vegetale e umano si dipanano in una scenografia impressionante: la mitologia, i suoi centauri e i suoi fauni ritrovano il loro respiro iniziale.