La prima opera importante di Rodin venne danneggiata : l’opportunità per lo scultore in vecchiaia di forgiare la propria leggenda. È ancora questa storia improbabile che ricordiamo oggi perché una bella finzione è sempre più attraente di una storia affidabile e documentata.
Inizi faticosi
Da bambino, Rodin frequentò la Scuola della Dottrina Cristiana e dimostrò così poco interesse per gli studi che suo padre lo mandò in collegio presso il fratello Hippolyte, direttore di un istituto scolastico a Beauvais. Ma il ragazzo preferisce disegnare. Il padre allora si rassegna a farne un artigiano iscrivendolo alla scuola gratuita di disegno e matematica di Parigi, soprannominata “La Petite École”. Rodin avrà quattordici anni ed è in questo stabilimento che fiorirà la sua vocazione tra il 1854 e il 1857.
L’illustration, Journal Universel, N°287, vol. XI da sabato 26 agosto 1848, p. 388
Una sofferta iniziazione artistica
Nonostante uno spiccato gusto per le arti, i suoi studi in questo campo non furono né facili né gratificanti. Alla Petite École, sebbene vinse alcuni buoni premi nel disegno, le sue prestazioni nella scultura furono più modeste. Ha quindi puntato all’École des Beaux-Arts ma ha fallito l’esame di ammissione tre volte. La sua lentezza è pari solo alla sua perseveranza. Per completare il suo apprendistato, presentò al Salon di Parigi del 1865 la sua opera più compiuta, ovvero L’Uomo dal naso rotto. Ma il destino è contro di lui e il busto in gesso, nonostante il suo virtuosismo, viene rifiutato.
Ricevuto dal signor Rodin da parte del Ministero della Casa e delle Belle Arti dell’Imperatore, un busto in gesso di un uomo [L’uomo dal naso rotto] destinato al Salon del 1865, registrato con il numero 9197. Parigi, Archivio del Museo Rodin
Il marmo dell’Uomo dal naso rotto
A partire dal 1864, il giovane Rodin prosperò emotivamente grazie al legame con Rose Beuret e professionalmente lavorando per Albert-Ernest Carrier-Belleuse che seguì in Belgio nel 1871. L’anno successivo, riuscì a mostrare il busto in gesso dell’Uomo dal Naso rotto al Salon di Bruxelles (n. 1213 del catalogo con il titolo “Busto di M.B”, iniziale di Bibi che gli fece da modello). Dal 1874, volle tentare nuovamente la fortuna a Parigi e chiese a Léon Fourquet, che incontrò alla Petite École nel 1856, di tagliare questo busto in materiale nobile : dimostra così quanto tenesse a quest’opera giovanile. A Bartlett, affermò nel 1877 che era il suo primo buon pezzo di modellazione. Il busto in marmo fu finalmente accettato al Salon di Parigi del 1875, dieci anni dopo l’iniziale rifiuto dello stesso soggetto in gesso.
Auguste RODIN (1840-1917) Busto dell’uomo dal naso rotto, 1875, marmo 44,8 x 41,5 x 23,9 cm, Scalpellino : Léon Fourquet, Parigi, Museo Rodin, Inv. S.00974
Busto o maschera al Salone ?
Nell’autobiografia che Rodin scrisse alla fine del 1883, dice che i pittori Lhermitte e Cazin avevano ciascuno una copia dell’Uomo dal naso rotto, una donazione recente poiché una lettera di Lhermitte del 25 ottobre 1883 lo ringraziava per “la superba maschera con il naso rotto […] bella come quella del nostro amico Cazin”, prima menzione di quest’opera in forma ridotta. Trent’anni dopo, Rodin dichiarò a Étienne Dujardin-Beaumetz che il gelo aveva rotto la parte posteriore del busto in preparazione durante l’inverno 1864-1865, e che aveva avuto solo il tempo di presentare una maschera al Salon, informazione ripresa da Judith Cladel e tuttavia smentita dalla ricevuta del busto in gesso sia nel 1865 che nel 1872 (lo stesso Rodin nella sua autobiografia menziona solo il “busto rifiutato” del Uomo dal naso rotto). Sempre secondo Cladel, Jules Desbois vide questa maschera in gesso nell’atelier di Rodin nel 1878, lo stesso anno in cui la presentò, ma questa volta in bronzo, al Salone di Parigi. Se il Museo Rodin conserva una maschera dell’Uomo dal naso rotto, il gesso originale del busto è effettivamente scomparso, ma probabilmente non così rapidamente come sostiene Rodin.
Auguste RODIN (1840-1917) L’uomo dal naso rotto, 1864, gesso acquisito nel 1966, 47,2 x 18,9 x 16,7 cm, Parigi, museo Rodin, inv. S.01977
La fine di un enigma ?
Non si fa menzione di una maschera dell’Uomo dal naso rotto prima della sua presentazione al Salon nel 1878. Léon Fourquet scrisse diverse lettere a Rodin nel 1874 mentre la scolpiva il busto in marmo da una copia in gesso, identica a quella che Rodin presentò nel 1872 a Bruxelles. Fourquet non menziona un incidente precedente, e ancora meno una maschera da completare poiché il busto era stato esposto due anni prima. L’incidente occorso al busto è quindi avvenuto probabilmente tra il 1875 e il 1878, ma la datazione al 1865 restituisce l’immagine di un Rodin innovativo, che osò proporre un frammento al Salon, di fronte a un mondo accademico che non comprende la sua modernità. La presentazione d’urgenza della maschera nel 1865, in seguito ad un incidente invernale, fece dimenticare che il Salon iniziava il primo di maggio. Rodin avrebbe avuto il tempo di riparare il suo busto, ma quando inventò questa storia nel 1913, l’aspetto tormentato dell’Uomo dal naso rotto gli ricordò senza dubbio il ritratto scultoreo di Michelangelo da Daniele da Volterra. Il maestro di Meudon pensò allora vivamente ai suoi posteri e la fortuita o meno somiglianza della sua opera con le fattezze del grande artista italiano forse lo incoraggiò a forgiare la propria leggenda.
Charles AUBRY (1811-1877) Léon Fourquet e Auguste Rodin, Primavera 1864, Fotografia Ph.163d, Parigi, Museo Rodin